Si consuma sempre più elettricità, ma sempre più da fonti rinnovabili
La domanda globale di elettricità dal mondo digitale è destinata a più che raddoppiare entro i prossimi tre anni. Entro il 2026, insomma, il pianeta Terra dovrà sostenere un’ulteriore produzione elettrica per una quota equivalente a quella usata dalla Germania in un anno intero e tutto ciò per sostenere le attività dei data center, delle criptovalute o dell’Intelligenza Artificiale.
Una crescita energetica imponente che mette alla prova infrastrutture e approvvigionamenti globali
Si tratta di una quota cospicua e di un aumento sostanzioso, qualcosa che va debitamente pianificato poiché rappresenta una forzatura su approvvigionamenti ed infrastrutture che non può permettersi di trovare colli di bottiglia durante la sua evoluzione. Sarà un aumento molto differenziato a livello globale: India e Cina sono i luoghi dove maggiore sarà l’aumento della domanda pro-capite, ma anche l’intero continente africano potrebbe richiedere sempre più energia disponibile.
Energia rinnovabile in Italia: per la prima volta ha coperto più del 40% della domanda elettrica
L’Italia sarà protagonista di un cambiamento epocale nel settore energetico: nel 2024, per la prima volta, le fonti rinnovabili hanno coperto il 41,2% della domanda elettrica, segnando un record storico.
Aumento della Domanda Elettrica e Dati di Consumo
Secondo i dati pubblicati da Terna, i consumi elettrici italiani sono aumentati del 2,2% rispetto al 2023, attestandosi a 312,3 miliardi di kWh (con punta oraria massima di 57,5 GW registrata il 18 luglio dalle 15 alle 16). Pesa il paragone con i partner europei: al netto del saldo con l’estero, Germania e Spagna, anch’esse favorite dal crollo della domanda di elettricità, hanno superato la soglia del 50% di rinnovabili, mentre la Gran Bretagna è arrivata al 47%; la Francia è al 27%. L’evoluzione della capacità installata dal 2014 ad oggi parla chiaro: tra eolico e fotovoltaico l’Italia è andata avanti a 1,5 GW l’anno (quando ne servirebbero 10), è 26 passata dal 27% al 43% sul green, ma resta la più dipendente in Europa dal gas e, dall’idroelettrico che, complice il climate change, è soggetto a maggiore volatilità.
Rinnovabili in forte espansione: record per fotovoltaico e crescita degli impianti di accumulo, nonostante il calo dell’eolico
Le fonti rinnovabili hanno prodotto 128 mila gigawattora, con un contributo determinante delle centrali idroelettriche (+30,4%) e degli impianti fotovoltaici (+19,3%). In calo, invece, l’eolico (-5,6%) e la geotermia (-0,8%). Il fotovoltaico ha raggiunto un nuovo massimo storico, superando i 36 TWh di produzione.
Anche la capacità installata ha registrato un incremento significativo: nel 2024 sono stati aggiunti 7,5 GW di nuova potenza, e questo ha portato il totale a 76,6 GW, di cui 37,1 GW fotovoltaici e 13 GW eolici, raggiungendo i 50 GW di rinnovabili tra solare ed eolico. Parallelamente, la crescita degli impianti di accumulo è stata notevole, con 730 mila nuove installazioni che offrono una capacità complessiva di 12.942 MWh.
Domanda elettrica in crescita uniforme e calo drastico delle fonti fossili, con una significativa riduzione delle emissioni di CO2
A livello territoriale, l’aumento della domanda elettrica è stato uniforme, con un +2,2% al Nord, +2,3% al Centro e +2,1% al Sud e nelle Isole. Questo incremento è stato influenzato, in parte, da temperature più alte della media dei mesi estivi. Il dato più rilevante riguarda il netto declino delle fonti fossili, in particolare il carbone, che ha registrato una riduzione della produzione del 71%, ormai limitata alla Sardegna. Questa contrazione ha contribuito a una consistente riduzione delle emissioni di CO2, quantificata in oltre 8 milioni di tonnellate.
L’aumento della capacità di export di energia, che in alcune ore ha superato i 4.000 MW, e il potenziamento delle interconnessioni internazionali, confermano il ruolo chiave dell’Italia nella condivisione di risorse energetiche e nell’adattamento alla variabilità delle fonti rinnovabili.
Più consumi, ma meno emissioni
I data center globali al centro della crescita dei consumi elettrici
Degli 8000 data center oggi esistenti a livello mondiale, il 33% è negli States, il 16% in Europa e il 10% in Cina: sono questi i luoghi dove si concentrano maggiormente i consumi che devono pertanto fare i conti con le forti emissioni legate a questo tipo di attività. Secondo le stime AIE, infatti, la sete di elettricità aumenterà del 3,4% entro il 2026, trovando immediata compensazione nelle installazioni di nuovi impianti fotovoltaici, idroelettrici ed eolici sempre più presenti a livello globale.
Il Ruolo delle Rinnovabili nell’Approccio alle Attività Energivore
Quel che ci si attende, soprattutto, è che l’aumento delle attività energivore trovi fonti di approvvigionamento sempre più basate sulle rinnovabili, limitando così pesantemente le emissioni necessarie per la produzione.
Previsioni sull’Andamento delle Emissioni Fino al 2026
Secondo le stime AIE, le attività virtuose poste in essere in tutto il mondo porteranno ad un calo delle emissioni pari al 3,5% annuo fino al 2026, con un tasso particolarmente accentuato in Europa dove si arriverebbe addirittura al -13% annuo: un comportamento virtuoso che dovrà portare anche a scelte politiche nella bilancia commerciale, dove le produzioni meno sostenibili andranno penalizzate a fronte di un sempre maggior impegno nei confronti delle produzioni basate su fonti alternative. Scelte virtuose, insomma, per innescare meccanismi virtuosi che invertano la china delle emissioni, nonostante la trasformazione digitale implichi un mondo sempre più energivoro.
Debora Alfarano
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