L’Intelligenza Artificiale riscrive la storia. Letteralmente!
Nel cuore di Ercolano, sepolta sotto metri di cenere e lava dal Vesuvio nel 79 d.C. giaceva la Villa dei Papiri, una residenza sontuosa costruita intorno al 50-60 a.C., probabilmente appartenuta a Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, suocero di Giulio Cesare. Tra i suoi tesori custodiva l’unica biblioteca intatta dell’antichità giunta fino a noi: oltre 1800 rotoli di papiro, trasformati in fragili cilindri carbonizzati.
Riemersa nel 1752, la Villa affascinò studiosi e archeologi, ma i tentativi di aprire i papiri furono disastrosi: la maggior parte andò perduta. Per secoli sembrò impossibile leggerli. Finché, nel XXI secolo, arriva la svolta grazie ad intelligenza artificiale, tomografia a raggi X e tecniche di ricostruzione digitale.
La rivoluzione digitale: la Vesuvius Challenge
Alla guida di questa rivoluzione c’è Brent Seales, professore dell’Università del Kentucky, esperto in digitalizzazione, imaging e ricostruzione 3D di oggetti antichi. Seales lavorava già dal 2015 a progetti che accelerassero la lettura dei papiri di Ercolano. Il suo lavoro ha ispirato Nat Friedman, ex CEO di GitHub, che nel 2020, durante il lockdown, si è appassionato alla storia di Roma leggendo “24 ore nell’antica Roma”. Da quella curiosità, supportato e finanziato da Seales, nacque l’idea di una competizione globale: la Vesuvius Challenge.
La prima parola identificata
Fondata nel 2023, la Vesuvius Challenge ha messo in rete università, istituzioni culturali e giovani ricercatori di tutto il mondo, con l’obiettivo comune di decifrare i papiri di Ercolano con le tecniche più avanzate.
Nell’ottobre di quello stesso anno fu identificata a prima parola integrale all’interno di uno dei papiri di Ercolano: πορφύρας (porphyras, “porpora” in italiano). A scoprirla fu Luke Farritor, studente di computer science all’università del Nebraska-Lincoln, che ottenne così il “First letter Prize” da 40.000 dollari che richiedeva di identificare almeno 10 lettere in un’area di circa 4 cm² di un papiro ancora arrotolato.
Pochi mesi dopo, Farritor, insieme a Youssef Nader (dottorando a Berlino) e Julian Schilliger (studente al Politecnico di Zurigo), decifrò oltre 2.000 lettere greche, vincendo il Gran Prize da 700.000 dollari. Il testo rivelato appartiene al filosofo epicureo Filodemo ed è una riflessione su musica, piaceri e vita quotidiana.
Ad oggi, il progetto ha distribuito oltre 1,58 milioni di dollari in premi e coinvolto istituzioni prestigiose come le Bodleian Libraries di Oxford, l’Institut de France e la Biblioteca Nazionale di Napoli.
Il sostegno di Elon Musk e il futuro del progetto
La risonanza della Vesuvius Challenge è stata tale da attirare grandi sostenitori, infatti, a gennaio 2025, la Musk Fundation ha donato 2 milioni di dollari, velocizzando così lo sviluppo delle tecnologie di scansione.
Ad oggi i papiri vengono scansionati con acceleratori di particelle e acquisizioni elicoidali multiple, raggiungendo una risoluzione di 9,2 μm per pixel.
Questo ha permesso di scansionare un intero rotolo in meno di due ore, riducendo drasticamente i tempi e aprendo la possibilità di digitalizzare i 300 papiri superstiti.
Le sfide da affrontare
Nonostante i progressi, restano due ostacoli principali:
- Lo “srotolamento” su larga scala: oggi richiede ancora settimane di lavoro semi-manuale e costi proibitivi (fino a 5 milioni di dollari per papiro). L’obiettivo è abbattere questa cifra a 5.000 dollari a papiro, rendendo possibile una lettura completa della collezione.
- L’identificazione dell’inchiostro: le tecniche usate nel 2023–2024 non si applicano a tutti i rotoli, poiché non sempre l’inchiostro contiene metalli rilevabili ai raggi X. I ricercatori stanno sperimentando scansioni ad altissima risoluzione e nuovi modelli di machine learning per superare il problema.
L’Europa investe nel futuro
Anche l’Europa ha deciso di scommettere sul progetto. Nel 2025 la Università Federico II di Napoli, guidata dalla papirologa Federica Nicolardi, coordinerà il progetto UnLost per il quale l’Europa ha stanziato11,5 milioni di euro. L’obiettivo? Non solo leggere meglio i papiri già parzialmente decifrati, ma scoprire testi completamente nuovi. Partner chiave: la Biblioteca Nazionale di Napoli, custode dei papiri, e istituzioni di primo piano come le Bodleian Libraries di Oxford e l’Institut de France.
È il più grande investimento mai fatto per lo studio dei papiri ercolanesi.
Il futuro scritto nel passato
La storia dei papiri di Ercolano dimostra che la collaborazione tra tecnologia e umanesimo può produrre risultati impensabili: algoritmi open source, librerie di machine learning, scanner di ultima generazione, comunità globali di ricercatori che lavorano insieme per riportare in vita la voce di autori dimenticati.
Leggi anche altri articoli di spaceO: