Lo sviluppo delle competenze di base digitali e il ruolo del PNRR

Il PNRR e la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione

All’interno delle molte aree di intervento dei fondi di finanziamento previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), approvato nel 2021 dal Governo Italiano, vi è quella della spinta alla digitalizzazione delle Istituzioni e della Pubblica Amministrazione.

L’importanza delle competenze digitali nella società moderna

In particolare, vorrei porre l’attenzione su uno dei vari aspetti che compongono questo piano di interventi: il rafforzamento delle competenze digitali della popolazione. Infatti, in un mondo che si sta orientando progressivamente e in tempi sempre più rapidi verso una capillare transizione digitale, anche nei servizi e nelle attività quotidiane, è di cruciale importanza che i cittadini acquisiscano solide competenze di base e consapevolezza dei rischi e degli oneri che derivano dall’operato nel mondo digital.

Reskilling e upskilling: i due livelli di intervento

Nello specifico, il piano di intervento si struttura su due livelli: quello del reskilling, ovvero l’apprendimento di nuove conoscenze, anche in relazione ai recenti sviluppi tecnologici, e quello dell’upskilling, ovvero il miglioramento delle basi di conoscenza esistenti.

Grande attenzione è soprattutto rivolta nei confronti delle fasce della popolazione a

Un obiettivo europeo: la digital literacy tra le competenze chiave

A tal proposito, si può ricordare come il ruolo chiave del rafforzamento delle competenze digitali del cittadino sia anche consolidato dalla previsione del suo supporto nella “Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio” del 2006. Infatti, la sua posizione è posta fra le otto competenze ritenute chiave e gli viene attribuito un ruolo essenziale per la realizzazione e lo sviluppo personale, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione. Dunque, la cittadinanza del futuro non potrà non prescindere anche dal possedere queste competenze ormai ritenute necessarie per muoversi consapevolmente nella quotidianità.

Le due misure del progetto: Servizio Civile Digitale e Centri di Facilitazione

Nel dettaglio, il progetto si suddivide in due sotto-misure, che prevedono due piani differenziati a seconda della pianificazione di ciascuna. 

1. Servizio Civile Digitale: formazione di volontari per l’alfabetizzazione digitale

La prima consiste nel c.d. Servizio Civile Digitale: è prevista la formazione di circa 9.700 volontari, che dovranno supportare e sviluppare progetti di “alfabetizzazione digitale”. L’attivazione dei progetti sarà affidata in capo ad associazioni senza scopo di lucro, che dovranno essere iscritte all’Albo degli enti del Servizio Civile Universale. I volontari avranno il compito di organizzare corsi e sessioni di aggiornamento e formazione dedicati ai cittadini e dislocati nei principali centri urbani, ma non solo: si prevede entro giugno 2025 di coinvolgere più di 1 milione di cittadini.

2. Centri di Facilitazione Digitale: punti di accesso fisici per la formazione

La seconda misura prevede la realizzazione di Centri di facilitazione digitale. Essi sono punti di accesso fisici, che sono destinati ad ospitare in presenza i corsi di formazione destinati ai cittadini. Sono state individuate come possibili sedi per ospitare queste strutture biblioteche, scuole o centri sociali.

All’interno dei Centri, i corsi sono svolti da “facilitatori digitali” e riguardano diversi ambiti, che sono molto collegati alle attività della vita quotidiana: navigazione sicura in rete, acquisti online sulle piattaforme di e-commerce, gestione e utilizzo del proprio account online bancario, gestione e utilizzo della propria identità digitale tramite SPID o l’app IO. La misura prevede l’attivazione di 3.000 sedi entro dicembre 2024 e si pone l’obiettivo di coinvolgere una platea di almeno 2 milioni di cittadini.

Un futuro digitale inclusivo:  sfide e opportunità

Indubbiamente, il ruolo di questi finanziamenti è cruciale nello sviluppo delle competenze digitali del cittadino del futuro, che sarà immerso in una realtà digitale che esigerà una preparazione e una consapevolezza solide. Molto importante è anche l’indirizzo che si vorrà dare alla direzione dei fondi, che dovranno essere orientati verso quelle aree soggette a un potenziale gap di svantaggio economico. Indubbiamente, le fasce della popolazione di età maggiormente avanzata sono anche quelle nei confronti delle quali occorre concentrarsi di più, così come l’ambiente scolastico necessita sicuramente dell’istituzione di corsi specifici e insegnamenti dedicati all’approfondimento di queste tematiche. Considerando anche le numerose situazioni di potenziale rischio a cui sono esposti quotidianamente gli utenti, è importante porre delle basi solide di educazione informatica.

Il nuovo mondo digitale ci pone delle nuove sfide dinnanzi alle quali dobbiamo dare una risposta pronta e certa, anche grazie a una buona educazione di base.

Lorenzo Fornasieri

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