Foto Roberto Leone

In questo numero abbiamo intervistato il nostro collega Roberto Leone, che fra viaggi in moto e avventure in montagna, porta avanti la sua carriera in ambito informatico!

Ciao Roberto, presentati brevemente ai nostri lettori, raccontaci qualcosa della tua vita lavorativa.

Ciao, sono Roberto, abito in provincia di Torino a Caselle e sono cresciuto in mezzo agli aerei (Caselle è sede dell’aeroporto di Torino). Sono entrato in Overace a settembre 2022 dopo una serie di esperienze in altre società di consulenza. Mi sono laureato in informatica, indirizzo “Reti e Sistemi”, ma il mio percorso universitario è stato un po’ particolare: ho iniziato studiando Ingegneria Gestionale e poi ho deciso di spostarmi al Dipartimento di Informatica per seguire quella che è da sempre la mia grande passione. Dopo alcune esperienze di consulenza come auditor IT per alcuni grossi player a livello globale, successivamente ho intrapreso un’esperienza come come Network Engineer e, infine, sono arrivato in Overace, seguendo il mio collega e amico Valerio.

La tua vita privata invece, come si compone?

Nella mia vita privata sono appassionato di sport nella natura e sono amante del campeggio libero tra i boschi delle nostre montagne, in cui mi perdo con in miei amici e in cui affrontiamo le difficoltà di una vita priva delle comodità comuni, come sfida per sfuggire alla troppa connessione quotidiana. Sono anche molto appassionato di viaggi in moto: prendo le mie provviste e viaggio verso altri Paesi. Ho anche praticato molti sport, principalmente pallanuoto e rugby, che tuttora seguo quando riesco. Sono anche, da ben 12 anni, un volontario soccorritore nella Croce Verde di Torino, nella quale ricopro il ruolo di coordinatore per la mia squadra notturna.

Di che cosa ti occupi nel tuo lavoro?

Io lavoro come Feature Architect per unagrande realtà automotive di caratura internazionale nel team Backoffice & Interface Management. Mi occupo di system integration per progettare flussi di informazioni che sono necessarie per la corretta registrazione dei veicoli nelle piattaforme di connectivity, quindi tutto quello che è il trasporto delle informazioni necessarie per la connessione dei veicoli.

Perchè hai scelto di specializzarti su questo ambito?

Allora, io ho scelto questo mestiere perché ho una profonda passione per la tecnologia, nella fattispecie sono sempre stato affascinato dalla capacità dell’essere umano di creare un’infrastruttura, come le reti moderne, capace di competere quella della distribuzione dell’energia elettrica, e che usiamo quotidianamente per qualsiasi tipologia di scopo, permettendo di avvicinare persone che abitano in posti diversi del Globo. Io stesso, ad esempio, lavoro in un team distribuito in diverse nazioni!

Per quanto riguarda la tua esperienza, quanto i tuoi studi universitari sono stati coerenti con quanto stai facendo tuttora e quanto ti sono serviti effettivamente?

Credo che l’apprendimento in senso stretto non necessiti di avere per forza degli insegnanti a tutti i livelli: si può imparare qualcosa senza per forza avere un insegnante. Quello che fa la differenza fra uno studio universitario e uno da autodidatta è la visione d’insieme e la capacità di fare collegamenti e l’esperienza trasmessa da persone più esperte; inoltre, l’università ti fornisce degli strumenti che nessun corso online può darti. Ad esempio, chi sa scrivere un codice di programmazione non è detto che possieda anche le competenze perpoterlo poi utilizzare nel modo più efficiente: sono queste ultime, dunque, le skills che solo uno studio universitario ti può fornire. Comunque, secondo me, in generale ci sono diversi livelli di studio che si dividono fra la teoria e la pratica, non basta solo la prima, occorre anche la seconda e viceversa. Per imparare a utilizzare bene uno strumento informatico è imprescindibile conoscere bene le basi teoriche. Chiaramente l’università non ti insegna quelle che saranno le successive sfide che sono prodotte dalla sfera lavorativa (tempo, risorse, priorità, pressione, lavoro di squadra…) e che andranno affinate durante la propria esperienza lavorativa.

Secondo te quali sono gli aspetti sui quali una persona che si vuole avvicinare al tuo ambito lavorativo deve maggiormente curare?

Come vi dicevo prima, se si hanno delle buone basi, le parti tecniche si possono apprendere. Purtroppo, si tende a focalizzarsi troppo sulle skills tecniche e poco su quelle umane e relazionali. Chi è in grado di essere affidabile sul lavoro ha sicuramente delle capacità lavorative che prescindono anche da quelle tecniche. È importante concentrarsi sia sulla componente tecnica, sia sulla capacità di risolvere problemi ed essere proattivi. Comunque, una persona che abbia una passione per la tecnologia in generale, dovrebbe scegliere di intraprendere questo percorso perché, a livello professionale, è una realtà che ti offre molte opportunità, sia di crescita sia di impiego, ma soprattutto è estremamente sfidante perché è un mondo che si muove a una velocità differente rispetto agli altri.

Il lavoro da remoto, secondo te, ha cambiato il mondo del lavoro negli ultimi anni?

Allora, sicuramente il lavoro da remoto ha introdotto un profondo cambiamento nel paradigma lavorativo a cui si era abituati. Tuttavia, chi lavora in ambito IT, in realtà, già prima era abituato a questa dimensione, dovendosi interfacciare con colleghi e team esteri. Inoltre, lo smartworking richiede che le persone siano in grado di costruire dei rapporti lavorativi a distanza, cosa molto più difficile, e si richiede ancora una maggiore puntualità e precisione nel rispetto delle scadenze dei termini.

Per il futuro, lavorativo e non, che cosa ti aspetti?

È una domanda difficile… Quando ho iniziato a studiare Ingegneria Gestionale non pensavo che mi sarei poi laureato in Informatica: le cose cambiano perché, quando affrontate, ci accorgiamo che magari ci sono determinate cose che non vogliamo fare.

In ambito lavorativo vorrei accrescere il mio bagaglio tecnico su alcuni aspetti e mi piacerebbe in futuro avere la possibilità di mettermi alla prova, gestendo un team di persone.

A livello personale, sono abbastanza soddisfatto della mia vita: voglio continuare ad avere i miei spazio e il mio tempo per coltivare le mie passioni, andare in moto e svolgere volontariato. Sono molto geloso del mio tempo libero: ritengo, infatti, che per fare al meglio il mio lavoro ho anche bisogno dei miei spazi per dedicarmi alla mia vita personale. Sicuramente mi piacerebbe anche sfruttare il lavoro da remoto per stare vicino ai miei parenti di Trento.

Abbiamo capito, dunque, che ti dividi fra una vita digitalizzata e una a contatto con la natura. Se dovessi sceglierne una quale sceglieresti?

È difficile fare questa scelta: una delle due serve per fare l’altra. Sinceramente non direi che preferisco l’una o l’altra, direi che mi sta bene continuare a gestire come ora questi due estremi. Se ti rispondessi di pancia ti direi che preferirei stare nel bosco una settimana, ma se ti rispondessi con la testa ti direi che per stare con la tenda nel bosco una settimana mi servirebbe lavorare

Qual è la persona che più ti ha ispirato nella vita ?

Credo che sia mio papà: lui è una persona che ha avuto un’esperienza professionale che io ammiro. Quando ho visto la sua festa di pensionamento, mi sono reso conto che i suoi colleghi lo apprezzavano sia dal punto di vista professionale sia umano. Inoltre, in un mondo pieno di opportunità, lui ha saputo concentrarsi sulle cose veramente importanti della vita, dedicandosi alla famiglia e ai figli. Mi ha trasmesso l’importanza di prendere in mano la propria vita e gestirla da solo, apprezzando il valore del sacrificio.

Se dovessi scegliere un animale, quale sceglieresti ?

Avere più tempo per poter fare le cose, qualsiasi esse siano. Vorrei poter dilatare il tempo delle mie giornate: poter fare e finire quello che ci piace e stare vicino alle persone a cui vogliamo bene.

Grazie per l’intervista Roberto. Come ti senti di salutare i nostri lettori ?

Direi loro di continuare a leggere queste interviste e gli articoli in spaceO. Sono molto contento di poter lavorare in un’azienda che investe del tempo dedicandolo alle persone e questa non è una cosa scontata. Infine, in generale esorto a dedicarsi maggiormente alla lettura che può aiutare a generare dei processi interiori che ci possono aiutare a vedere il mondo con una prospettiva differente.

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