
Nel numero di giugno di spaceO abbiamo deciso di dedicare lo spazio riservato all’intervista ai dipendenti al nostro collega Valerio Ruggiero, un ragazzo determinato e sicuro nelle scelte della sua vita, lavorativa e non solo.
Descriviti usando tre parole.
Sono già in difficoltà ahah. Allora direi che possono essere: pragmatico, socievole e razionale.
Raccontaci qualcosa del tuo lavoro e del tuo team.
Mi occupo di Project Management presso una grande multinazionale che opera nel campo dell’automotive e dello sviluppo e gestione di una piattaforma di connettività. In particolare, faccio l’Issue Manager, gestendo le problematiche che si generano su questa piattaforma. Lavoro, dunque, a stretto contatto con tutti i vari stake holder, tester, sviluppatori che gestiscono direttamente queste attività, in modo da trovare una soluzione per risolvere i problemi.
Come team, internamente in Overace lavoro da solo, mentre gli altri gruppi sono di Stellantis o di altri fornitori.
Il rapporto è molto collaborativo, non c’è competizione, non ci si pestano i piedi e nessuno cerca di scaricare il barile. Infatti, cerchiamo di risolvere i problemi tutti insieme nel modo migliore e nel tempo più breve possibile.
In base a cosa hai scelto di fare questo lavoro?
Tutto è nato durante il percorso universitario – infatti io ho studiato ingegneria gestionale – e, tra i vari corsi, ho frequentato quello di Project Management, che è stato quello che mi è piaciuto di più. Ho anche ricoperto altri ruoli e incarichi, ma questo è quello che mi appaga e stimola maggiormente.
Quindi per te è molto importante fare qualcosa che ti piaccia e che corrisponda ai tuoi interessi e anche al tuo percorso di studi?
Assolutamente si, i lavori che non mi piacevano infatti li ho cambiati. Ritengo che quello che fai debba corrispondere ai tuoi interessi, senza motivazioni o stimoli non c’è il giusto appagamento.
Come consiglio a chi legge, cosa diresti e che competenze dovrebbe avere e che aspetti dovrebbe coltivare se dovesse fare il tuo ruolo?
Per me sono tre i principali aspetti che dovrebbero essere curati. Quello gestionale, perché bisogna saper organizzare il proprio lavoro e soprattutto quello degli altri, saper schedulare tempi, gestire le attività nel modo corretto e saper Secondo assegnare i ruoli alle persone giuste. Poi sicuramente servono anche alcune competenze tecniche, infatti se fai solo da “passa carte”, senza conoscere minimamente la parte tecnica, non dai valore aggiunto. Infine, la componente relazionale è molto importante: nel mio lavoro c’è molto rapporto con le persone, bisogna saperle prendere e capire; le doti relazionali contano molto.
Dovessi scegliere, quale è l’aspetto che più ti diverte del tuo lavoro e quello che trovi più faticoso e difficile?
La parte più interessante è sicuramente quella gestionale. Infatti, avere tante attività da schedulare e organizzare e far sì che vadano come programmate è soddisfacente.
La parte meno “divertente” è quella relazionale, perché capita di trovare persone poco collaborative e purtroppo è difficile far capire come vanno fatte le cose, con determinate tempistiche e modalità.
Com’è cambiato il mondo del lavoro in base alle tue esperienze, in particolare in riferimento all’inizio dello smart, prima e dopo la pandemia?
Prima della pandemia, il mondo del lavoro era molto focalizzato sulla presenza in ufficio, come se tu lavorassi solo se fossi fisicamente in ufficio: chi stava più tempo in ufficio era chi lavorava di più.
Adesso la tendenza è cambiata, ci si sta focalizzando meno sulla quantità del lavoro e più sulla qualità. Si lavora per obiettivi da conseguire nel tempo prestabilito. L’importante è che si porti il risultato a casa, indipendentemente dalle modalità.
Qual è il traguardo più importante che hai raggiunto finora nella vita e quello ancora da raggiungere?
Dal punto di vista personale, avere una famiglia con la mia compagna sarebbe un traguardo importante.
Dal punto di vista lavorativo, invece, non mi pongo limiti, sono una persona ambiziosa, quindi più riesco ad arrivare in alto e meglio è.
La persona che più ti ha ispirato nella vita?
Mio padre, mi ha sempre dato l’esempio nei modi di fare, mi ha sempre indicato la strada da seguire, come comportarmi e mi ha insegnato che devi sempre impegnarti affinché un obiettivo si realizzi.
Se dovessi scegliere un animale, chi sceglieresti e perché?
Non so se sia un bene o un male, ma direi il camaleonte. Sono una persona che si adatta alle situazioni, anche molto diverse fra loro, quindi riesco ad adattarmi bene in molti contesti e ambiti.
Se avessi un superpotere quale sceglieresti?
Saper leggere nella mente delle persone.
Quali sono i tuoi hobby e i tuoi interessi nel tempo libero?
Come hobby principalmente lo sport e la musica. Gioco a calcetto e in passato per anni ho giocato a pallavolo, purtroppo ho successivamente smesso trasferendomi a Torino. Poi mi piace molto la musica, che ascolto e suono. Però strimpello solo la chitarra con canzoni più da falò che da vero professionista!
Mi piace molto anche ascoltare la musica in analogico, soprattutto in vinile.
Il tuo piatto preferito?
Ce ne sono molti, direi sicuramente la pasta. Anche più della pizza.
Se devo indicare un piatto di pasta specifico direi sicuramente cacio e pepe.
Il tuo sport preferito?
Direi il calcio, anche perché lo pratico oltre a seguirlo. In passato ho fatto anche pallavolo, ma il calcio direi che rimane senza dubbio il mio sport preferito.
La tua serie tv preferita?
Ne ho viste talmente tante ultimamente, bella domanda. In generale preferisco quelle a tema fantasy: ti direi un grande classico come “Il trono di spade”.
Come saluteresti i tuoi lettori?
A parte dirgli un “ciao”, consiglierei a loro di credere fortemente nelle loro passioni, di impegnarsi per realizzarle e se possibile di farne un lavoro.
Leggi anche gli altri articoli del numero di Giugno di spaceO:
- La storia dell’innovazione: Tesla
- Musica e IT: L’evoluzione degli Amplificatori
- Gaming: IA e gaming
- Innovazione e tecnologia: Tecnologia OTA
- Innovazione e APP: Wibo
- Fiere: We Make Future