Rendere la formazione un’esperienza memorabile

Alessandro Busso
Co-Founder & COO

Tommaso Seita
Co-Founder & CEO
In questo numero abbiamo deciso di portarvi alla scoperta di una realtà giovane e innovativa del torinese nel campo della formazione aziendale, ovvero la startup Wibo, nata a fine 2020 dal progetto dei due fondatori Tommaso Seita e Alessandro Busso. Come vedremo nel corso dell’articolo, il progetto iniziale ha subito numerosi cambiamenti nel corso di questi tre anni, confluendo infine nel concept odierno, orientato esclusivamente al mondo aziendale.
Formazione per Manager e Leader del Futuro
Wibo, infatti, si occupa di formazione aziendale attraverso la Leadership Academy, una membership composta da incontri sincroni e micro-learning che permette ai manager e future manager di migliorare le proprie competenze di leadership imparando in live da “professori” come Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, Alessandro Baricco, noto scrittore, e altri top executive di aziende come Google, Airbnb, TikTok e molte altre.
Tutto il processo di formazione si svolge all’interno di un contesto in cui si valorizza il più possibile la multidisciplinarità e l’eterogeneità delle skills dei partecipanti, anche in un’ottica di crescita e arricchimento reciproco.
Nel mese di aprile abbiamo avuto il piacere di intervistare Alessandro Busso il quale ha risposto alle nostre domande e soddisfatto le nostre curiosità attorno a un progetto che ci è sin da subito sembrato molto interessante e innovativo!
Ciao Alessandro, grazie per la tua disponibilità, innanzitutto raccontaci com’è nato Il progetto di Wibo e come poi si è evoluto nel corso degli anni.
Ciao a tutti, voglio prima premettere che il nome si pronuncia “Waibo” e non ha un significato particolare. Infatti, la sua storia è particolare: a una fiera nel 2020 dove partecipammo io e Tommaso – l’altro cofondatore – ci chiesero di trovare in pochi minuti un nome per il nostro progetto, che ai tempi era ancora in fase embrionale. Utilizzando un comune generatore di parole casuali, trovammo la parola “wibo” e abbiamo poi deciso di mantenere questo nome anche negli anni successivi, data l’incredibile vicenda. Un nome memorabile per costruire esperienze memorabili!
Venendo alla sua storia, Wibo nasce a fine 2020 dalla passione dei due fondatori per il mondo dell’imprenditoria e si sviluppa come app mobile per giocare a dei quiz, sul modello di “Chi vuol essere milionario?” e di altre app di gaming già esistenti negli USA. Essa prevedeva che gli utenti si potessero collegare tutte le sere alle 20.30 per partecipare a dei tornei di domande di cultura generale ed era prevista la vincita di un montepremi in buoni Amazon per il primo classificato. Grazie anche alla fortuita coincidenza con i periodi prolungati di lockdown, l’app ottiene un discreto successo, un buon engagement, ma purtroppo, deve anche sostenere molti costi, legati soprattutto al pagamento dei buoni Amazon. Le elevate spese di gestione venivano in parte compensate tramite l’inserimento nelle domande di pubblicità sponsorizzata di aziende nostre partner, ma ciò non era sufficiente. Optiamo, dunque, per un primo cambio di direzione: mantenendo il concept del quiz, ci rivolgiamo al mercato dell’educazione, vendendo a scuole e università un prodotto gratuito per la formazione degli studenti, che i professori potevano utilizzare per esercitazioni e verifiche sotto forma di quiz. Con questo nuovo prodotto, inoltre, ci apriamo anche al mercato aziendale e veniamo a contatto con il mondo HR e manageriale.
Quali sono i motivi che ti hanno spinto a investire in questo progetto?
Allora, io credo di essere innamorato dell’apprendimento e sono spaventato dall’idea di non sapere mai abbastanza. Queste due principali ragioni credo che mi abbiano spinto a credere in Wibo, anche se al progetto attuale siamo arrivati tutti un po’ per casualità e combinazione di vari fattori, come detto prima. Occuparmi dell’educazione e formazione delle persone, dunque, è una soluzione al mio continuo desiderio di conoscenza ed è anche un modo per imparare cose nuove dalle persone.
Qual è il legame fra Wibo e Torino?
Anzitutto se non avessi conosciuto Tommaso, il cofondatore, Wibo non esisterebbe: infatti io e lui siamo stati compagni di classe al liceo a Torino. Inoltre, i nostri primi clienti e sostenitori sono stati di Torino. Ritengo che questa città sia stato un ottimo punto di partenza da cui, però, poter poi espandere la nostra rete di contatti, tramite una community di managers che vivono sotto la cornice di Wibo, in una dimensione internazionale ed europea.
Wibo in qualche modo è legato al tuo percorso scolastico e/o universitario?
Non credo, Wibo trascende l’ambito dei miei studi e dimostra come ci possano essere tante strade diverse che possano essere intraprese, indipendentemente dalla propria carriera universitaria.
Qual è il bilancio a oggi di Wibo?
Posso dire che in tre anni ho di fatto gestito tre aziende diverse, ogni cambiamento avvenuto all’interno del nostro progetto poteva essere come un inizio da zero. Sono stati tre anni in cui abbiamo imparato molto, ci siamo formati e abbiamo imparato a gestire una startup. Tre anni fa siamo partiti molto incoscienti e ora siamo molto maturati, anche grazie agli errori. All’inizio non credevamo che ci volesse così tanto tempo per raggiungere questi obiettivi: lo abbiamo imparato sul campo.
Quali sono gli obbiettivi futuri?
Abbiamo tanti obiettivi: quello più all’orizzonte è sicuramente consolidare la nostra presenza sul mercato italiano, aumentando la nostra rete di clienti e manager. Quando avremo una buona presenza in Italia, ci estenderemo ai Paesi europei: Francia e Germania in primis. Un altro obiettivo sarà quello di ampliare il nostro bacino di executive e tutor, con uno sguardo soprattutto alla dimensione europea e straniera. Infine, vorremmo puntare sul fundraising, trovare nuovi investitori e implementare lo sviluppo tecnologico della nostra piattaforma.
Quale consiglio potresti dare a chi si vuole avvicinare alla vostra realtà sia come cliente sia come lavoratore?
Se si avvicinano a noi come clienti, si possono aspettare di imparare tante cose, conoscere persone con differenti formazioni lavorative e accademiche e imparare nuovi skills. Infine, devono essere affamati di conoscenza e desiderosi di crescere professionalmente.
Come lavoratori, invece, devono vedere l’insegnamento come un mezzo per arricchire e riempire di contenuti la propria vita. La consiglio proprio per l’impatto formativo che si può realizzare sugli altri.
Si conclude così la nostra intervista ad Alessandro, che ringraziamo per la sua disponibilità e per averci introdotto nella realtà di Wibo, alla quale auguriamo in futuro di conseguire i giusti meriti. È una realtà innovativa, con ottime prospettive di crescita e che propone sul mercato un prodotto che può essere di grande utilità.
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